anfore Dressel 1
Dell’anfora Dressel 1 ne sono state classificate tre varianti denominate A, B e C che si distinguono fra loro per alcune differenze morfologiche. Tutti i tre tipi hanno corpo ovoidale, lungo collo e anse anch’esse lunghe, a bastone, che partono sotto l’orlo e poggiano sulla spalla, che nel tipo C è più arrotondata mentre nei tipi A e B mostra una più evidente carenatura. L’altezza media di queste anfore va dai 100 ai 120 centimetri. Risultano più basse le tipo A circa 100 centimetri rispetto ai tipi B e C che possono arrivare ai 120 centimetri. Questa forma di contenitore anforario prodotto nei territori della penisola italiana fu imitato da figline delle provincie romane della Betica, della Narbonese e della Tarraconese.
anfora Dressel 1b
Gli archeologi, studiando la distribuzione dei bolli impressi sui contenitori da trasporto prodotti dalle fornaci della regione del basso Ebro, hanno potuto definire che le anfore del tipo Pascual 1 viaggiavano nello stesso periodo e nelle stesse stive delle navi che trasportavano anche anfore Dressel 2/4 e Dressel 7/11; in particolare la figlina dell’Aumedina, vicino a Tarragona, utilizzò il bollo “TIBISI” per identificare tutti e indistintamente i tre tipi di anfore, certamente destinate a trasportare diversi prodotti, vino per la Pascual 1 e la Dressel 2-4 e salse di pesce per la Dressel 7-11. La distribuzione geografica dei ritrovamenti delle anfore Pascual 1, allo stato attuale delle conoscenze, comprende il solo Mediterraneo occidentale, con attestazioni lungo la costa della Catalogna, nel golfo di Leòn e nell’Italia tirrenica; precisamente a Empuries, Port la Nautique, Fos, Marsiglia, Sainti Cyr sur Mer e Pompei.
Il rinvenimento di questi contenitori a Pompei è attestato anche da altri esemplari con bolli diversi, come “C.MVSSIDI NEP”, quest’ultimo rilevato anche su un esemplare messo in luce dagli scavi nei magazzini di Ostia, che va a completare, la presenza, fino ad oggi accertata, insieme ad un altra Pascual 1 con il bollo impresso “M.PORCI” anch’esso presente a Pompei, di questo tipo di contenitore anforario sul suolo italiano. Nelle figline presenti nella penisola italiana l’evoluzione delle Dressel 1 prende il nome, nella primigenia classificazione anforaria, di Dressel 2-4 anch’esse destinate al trasporto del vino.
Questa forma, leggermente più bassa della progenitrice, presenta una spalla carenata, collo cilindrico più corto che nella Dressel 1, anse bifide, a volte con gomito arrotondato. Questo tipo di anfora è prodotta nelle figline delle regioni italiane costiere del Tirreno a partire dalla seconda metà del 1° sec. a.C. E fino a tutto il 1° sec. d.C. La sua diffusione è prevalentemente nel bacino Mediterraneo occidentale, lungo le coste italiane, in Francia e Spagna.
Negli stessi anni di diffusione della Dressel 2-4, arriva dalla Betica, all’estremo sud della penisola Iberica, l’anfora Dressel 7-11. In verità il Dressel quando compilò la suo famosa classificazione riconobbe questo tipo di anfora in ben 5 modelli diversi. Successivamente l’evoluzione degli studi, raggruppò questi cinque modelli in cinque varianti dello stesso tipo di contenitore. Il prodotto trasportato erano le salse di pesce. La Dressel 7-11 presenta un corpo ovoidale con una rastrematura superiore o meglio un allargamento della parte inferiore del corpo stesso, puntale alto e vuoto, orlo estroflesso e a volte modanato. L’altezza era di circa 85/90 centimetri.
anfora Pascual 1
Uno dei prodotti più diffusi, nel mercato gestito dall’autorità romana, era l’olio. Serviva per cucinare ma anche per illuminare. Nella logica del nascente impero dove, allora come oggi, in Italia, pane e circo erano necessità assolute, l’olio era un prodotto che non doveva mancare alle centinaia di migliaia di cittadini romani presenti nell’urbe.
Roma, dopo aver sconfitto Cartagine e dopo essersi impossessata nell’ordine della Sardegna, della Penisola Iberica e di quelle che diverranno le provincie africane, trova ovvia soluzione al problema: importare nella capitale tale prezioso elemento in quantità industriali. Arriva così nella capitale l’anfora Dressel 20. Diffusa dal I° al III° sec. d.C. in tutto il Mediterraneo occidentale è prodotta nella Betica e ha un altezza di circa 75 centimetri. Ha un corpo tozzo e rotondo, molto pesante, circa 23 chilogrammi a vuoto, un puntale appena accennato e collo breve.
Le anse sono a forma di bastone molto spesse, innestate da sotto l’orlo alla spalla. A Roma ne arriveranno talmente tante che i frantumi dei contenitori Dressel 20 a perdere formeranno negli anni una collina artificiale: il monte Testaccio….
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