Albenga
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La sezione di archeologia sottomarina, ospitata nel Palazzo Peloso Cepolla, pregevole edificio del primo Seicento, è sorta nel 1950 in seguito al ritrovamento, sui fondali dell'isola Gallinaria, di una nave oneraria degli inizi del 1 sec. a.C. Nel Museo, in corso di risistemazione, sono esposti resti dello scafo, e materiali recuperati durante le varie campagne di scavo, e soprattutto un gran numero di anfore vinarie, collocate secondo la disposizione originaria del carico.
Altri reperti provengono dal relitto della nave romana di Diano Marina, tra i quali spiccano alcuni doliola, grandi contenitori in terracotta. Nel Palazzo è ospitata anche la Collezione di vasi in ceramica savonese dell'antica Farmacia dell'Ospedale di Albenga, comprendente un centinaio di esemplari, dalla caratteristica decorazione bianco-blu, prodotti a Savona e ad Albissola tra il XVII e il XIX secolo.
Orari: (dal martedì alla domenica)
Estivo 9,30-12,30 / 15,30-19,30
Invernale 10-12,30 / 14,30-18
Indirizzo: Palazzo Peloso Cipolla, Piazza S. Michele 12, Albenga (SV)
Telefono: 0182.51215
Fax: 0182.570434
LA NAVE ROMANA DI ALBENGA
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Il relitto della Nave Romana di Albenga è il più famoso tra tutti quelli scoperti finora nel Mediterraneo occidentale, perchè su di esso sono stati effettuati, dal 1950, i primi lavori di recupero di anfore con l'intervento della nave "Artiglio", e i primi rilievi sistematici dei resti di una nave oneraria romana, destinata al trasporto delle merci. Essa si ritrova ad un miglio dalla costa, a 42 metri di profondità, dinanzi all'antica città di Albingaunum (Albenga).
E' stata oggetto di tredici campagne di scavo subacqueo che hanno consentito di documentare gradualmente gli elementi del carico e le caratteristiche costruttive dello scafo. E' stato pure accertato che si tratta della più grande nave da trasporto romana conosciuta a tutt'oggi nel Mediterraneo, con un carico superiore alle 10.000 anfore, e quindi con una portata netta di 450/500 tonnellate. Le anfore contenevano vino proveniente dalla Campania destinato ai mercati della Francia meridionale e della Spagna. Insieme al vino veniva esportata la ceramica a vernice nera e altri tipi di vasellame.
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